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Statue equestri di Alessandro e Ranuccio Farnese
Piazza Cavalli
Situate nella centrale Piazza dei Cavalli, chiamata così proprio per il grande fascino esercito dalle sculture sui cittadini, furono volute da Ranuccio I per celebrare se stesso e il padre Alessandro Farnese. Alla loro realizzazione lavorò il toscano Francesco Mochi (1580-1654), artista emergente che aveva già lavorato per i Farnese a Roma.
Il Mochi lavorò alle sculture dal 1612 al 1625, realizzando per primo quella di Ranuccio (a destra guardando verso il Palazzo Gotico), collocata in piazza nel 1620. Si tratta di una scultura che ancora riflette un gusto classicista, dalle pose composte ed austere, in cui l’antichità è richiamata in modo evidente dalla foggia romana del duca Ranuccio.
La scultura di Alessandro Farnese fu terminata nel 1625, e colpisce per un maggior dinamismo generale e una posa molto più audace. La criniera, così come il mantello del Farnese, sembrano percossi da un vento impetuoso; il busto del cavallo è impegnato in una torsione che lo porta a tendere i muscoli del collo, mentre il cavaliere non è più in una posa austero, ma colto in azione, seduto su una selle di stoffa che si contorce a causa del suo movimento. Si tratta di uno stile nuovo, più moderno, che introduce al nascente gusto barocco, e che il Mochi ha elaborato studiando dal vivo le grande sculture equestri rinascimentali: sappiamo infatti che ottenne il permesso di recarsi nella Repubblica di Venezia per studiare dal vivo sia la scultura equestre del Gattamelata di Donatello, a Padova, e del Colleoni del Verrocchio, a Venezia.
Le statue poggiano su un basamento in marmo di Carrara, su cui sono inscritti dei bassorilievi bronzei. Quelli sotto la statua di Alessandro raccontano eventi della sua importante carriera militare, che lo portò ad essere il più importante generale del Regno di Spagna e governatore delle Fiandre: il Ponte sulla Schelda, che richiama la sua vittoria più celebrata, ovvero l’assedio di Anversa, e L’incontro con gli ambasciatori inglesi. I bassorilievi della statua di Ranuccio, invece, rappresentano alcune allegorie della Pace e del Buon governo. In questi bassorilievi, il Mochi si mostra un ottimo esecutore della non facile tecnica dello “stiacciato”.
Completano i basamenti sculture di puttini, volute e gli stemmi dei Farnese e della città.
